Nel distretto di Valona in Albania, tra le cose da vedere, merita una visita il Castello di Kanina, un simbolo inconfondibile del ricco patrimonio culturale albanese.
Il Castello di Kanina non è solo una fortezza, ma un vero e proprio scrigno di memorie, dove storia e leggenda si intrecciano indissolubilmente. Tra le sue mura, si respira l’eco di battaglie epiche e assedi rocamboleschi, che hanno plasmato l’identità di questa terra. Un luogo imperdibile per gli appassionati di storia, archeologia e per tutti coloro che desiderano immergersi nella bellezza autentica dell’Albania.
Il Castello di Kanina: Storia
A soli 6 chilometri da Valona, arroccato su una collina a 380 metri di altezza, sorge il castello di Valona: il Castello di Kanina (in albanese Kalaja e Kaninës). Un’imponente fortezza dal passato millenario che, con il suo imponente muro perimetrale lungo 1 chilometro, cinge un’area di circa 3,5 ettari.
Le sue origini affondano nel IV secolo d.C., attraversando i secoli e le dominazioni bizantine, veneziane e turche. Fu l’imperatore Giustiniano I che nel IV secolo d.C., decise di ordinare la ricostruzione, inserendola tra le 94 fortificazioni fatte erigere o restaurare nell’Epiro.
Il Castello di Kanina, già noto come Kionin secondo Procopio di Cesare, assunse un ruolo di primo piano tra il XII e il XIII secolo, diventando un centro militare nevralgico del Regno d’Albania.
Nel corso dei secoli, Kanina ha visto un susseguirsi di diverse dominazioni, ognuna delle quali ha lasciato la sua impronta sulla struttura: dal sultano Solimano che ne ordinò il restauro nel 1530, ai feudatari albanesi di Valona che ne curarono la manutenzione tra il XVII e il XIX secolo. Un particolare affascinante del castello è legato al matrimonio tra l’eroe nazionale albanese Gjergj Kastrioti (conosciuto come Skanderbeg) e sua moglie Donika, celebrato qui il 23 aprile 1451.
Oggi, il castello di Valona (Kanina) si erge come un monumento silenzioso, che racconta le vicende di un passato glorioso. Passeggiando tra le sue mura, si respira l’aria di battaglie epiche e assedi rocamboleschi, immaginando i protagonisti di storie ormai leggendarie.
L’architettura del Castello di Kanina, Valona
Il Castello di Kanina si ergeva come un labirinto di storia, suddiviso in tre aree protette da possenti mura. Di queste, oggi rimane solo la cinta muraria che avvolge la cima del colle, un tempo difesa da tre torri sentinelle.
All’interno della fortezza, come testimoniato dal viaggiatore turco Evlia Çelebi, sorgevano case, edifici militari, depositi di munizioni e ingegnosi sistemi di approvvigionamento idrico.
Quattro accessi segnavano il passaggio al Castello di Kanina: uno congiungeva l’ultimo baluardo sulla cima, il cuore della fortezza, con il resto del complesso fortificato. Gli altri tre si aprivano verso l’esterno, in direzioni diverse, come braccia protese ad abbracciare il territorio circostante.
Sul lato sud, una di queste porte resiste ancora oggi all’usura del tempo, ergendosi come un guardiano silenzioso. A proteggerla, una possente torre esagonale che svetta per 3,40 metri, racchiudendo al suo interno uno spazio luminoso di 2,85 metri, coperto da un elegante arco sezionale.
L’accesso al Castello di Kanina era garantito da una porta solida e sicura, realizzata con una struttura a doppia parete. All’interno, una trave robusta offriva ulteriore protezione, controstrando eventuali tentativi di sfondamento.
A differenza di altri castelli medievali albanesi, come quelli di Scutari, Kruja e Berat, il Castello di Kanina di Valona, non disponeva di complessi sistemi di difesa interni, come gallerie coperte di archi. La sua strategia di difesa si basava su ingressi fortificati e torri di guardia. Le porte, protette da torri laterali, erano semplici ma efficaci, mentre le torri che rinforzavano le mura assumevano forme diverse: circolari, poligonali, triangolari e quadrangolari. Ogni forma rispondeva a specifiche esigenze difensive, adattandosi al terreno e alla conformazione del castello.
Attraverso la forma e la tecnica utilizzata, le torri del castello di Kanina, sono veri testimoni della sua storia di costruzione. Osservando la forma e la tecnica utilizzata, possiamo cogliere indizi preziosi su come è stato costruito nel corso del tempo. Le prime torri, con la loro forma triangolare e dimensioni ridotte, avevano un duplice scopo: oltre a difendere, fungevano anche da controspinta strutturale, simili a quelle presenti nei castelli di Berat e Butrinto. Tra le sette torri ancora in piedi nel castello di Kanina, due conservano questa caratteristica forma triangolare, offrendo un legame tangibile con il passato e la storia dell’architettura difensiva.
Un tempo, il Castello di Kanina si ergeva come un gigante irto di torri, ben 14 secondo uno schizzo del 1688. Alcune di queste sentinelle, sopravvissute a epoche precedenti, vantavano una forma semicircolare, simile a quelle che vegliavano sull’Acropoli di Butrinto.
Nelle torri, sia semicircolari che triangolari, si notava un sapiente utilizzo di mattoni e tegole, accuratamente inseriti tra le fessure dei rivestimenti in pietra. Questa tecnica costruttiva era particolarmente evidente nelle torri triangolari, dove per il loro restauro erano state impiegate numerose pietre antiche, custodi silenziose di memorie ancora più remote.
Le torri poligonali, al contrario, risalgono a un periodo successivo e presentano particolari torrette aggiuntive. La loro forma e il metodo di costruzione richiamano fortemente le torri del Castello di Durazzo, costruito nel XIII secolo.